SI TE GRATA QVIES ET PRIMAM SOMNVS IN HORAM DELECTAT, SI TE PVLVIS STREPITVSQUE ROTARVM, SI LAEDIT CAVPONA, FERENTINVM IRE IVBEBO; NAM NEQVE DIVITIBVS CONTINGVNT GAVDIA SOLIS … (Orazio – Epistularum Liber I, 17, vv. 6-9)
SI TE GRATA QVIES ET PRIMAM SOMNVS IN HORAM DELECTAT, SI TE PVLVIS STREPITVSQUE ROTARVM, SI LAEDIT CAVPONA, FERENTINVM IRE IVBEBO; NAM NEQVE DIVITIBVS CONTINGVNT GAVDIA SOLIS … (Orazio – Epistularum Liber I, 17, vv. 6-9)
Nel secolo XIII le Clarisse si insediarono in Ferentino nei pressi di Porta S. Francesco. Il monastero delle Clarisse nel secolo XVIII venne ricostruito con progetto dell' architetto Giovan Battista Nolli sull' angolo sud-occidentale del terrazzamento dell' Acropoli. Fu il vescovo Fabrizio Borgia (1729-1754) a promuovere la costruzione, che venne conclusa sotto l' episcopato di Pietro Paolo Tosi (1754-1798), che il 12 ottobre 1760 “consacrò la nuova chiesa del Monastero, intitolata come la precedente a S. Chiara.“1 L' austera facciata del monastero è ingentilita da un sobrio portale barocco, valorizzato dal profilo sinuoso della cornicee da una scala a doppia rampa, che risolve il problema della pendenza della strada. Sul lato destro del Monastero una cancellata in ferro battuto delimita il piccolo sagrato della Chiesa di S. Chiara , annessa al monastero, la cui facciata manifesta nella decorazione architettonica evidenti richiami neoclassici. L' interno della chiesa è a pianta ellittica, il cui asse maggiore raccorda l' ingresso con l' altare. Nei due altari addossati alle pareti laterali della chiesa sono venerati il Sacro Cuore di Gesù (ovest) e la Vergine di Lourdes (est). Nella parete dell' abside la grata separa la chiesa dal coro delle monache; sulla parete soprastante la grata è collocata la pala d' altare, opera novecentesca del sacerdote ferentinate don Carlo Coppotelli, in cui è raffigurata la Vestizione di S. Chiara. Il centro della volta è ornato con la colomba mistica, simbolo dello Spirito Santo. Il monastero conserva le reliquie di San Pietro Celestino, tra le quali il cuore, la tradizione vuole, rimasto miracolosamente nella tomba di S. Antonio abate quando gli Aquilani nottetempo sottrassero il corpo del Santo, per portarlo nell' Abbazia di Collemaggio. Un piccolo frammento della reliquia venne donato dalle suore al pontefice Pio IX in occasione della sua visita nel 1863.2
1 E. Giorgi, Il monastero delle Clarisse di Ferentino, in Storia e Arte Francescana, 1993, p. 159 2 E. Affinati, Notizie storiche su Ferentino, 1989
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