SI TE GRATA QVIES ET PRIMAM SOMNVS IN HORAM DELECTAT,
SI TE PVLVIS STREPITVSQUE ROTARVM, SI LAEDIT CAVPONA,
FERENTINVM IRE IVBEBO;
NAM NEQVE DIVITIBVS CONTINGVNT GAVDIA SOLIS …
(Orazio – Epistularum Liber I, 17, vv. 6-9)
SI TE GRATA QVIES ET PRIMAM SOMNVS IN HORAM DELECTAT,
SI TE PVLVIS STREPITVSQUE ROTARVM, SI LAEDIT CAVPONA,
FERENTINVM IRE IVBEBO;
NAM NEQVE DIVITIBVS CONTINGVNT GAVDIA SOLIS …
(Orazio – Epistularum Liber I, 17, vv. 6-9)

Battaglia

(di Andrea Chiara Canteri)

Volevo vedere il giorno,
ma alla fine lui ha visto noi.
Ha deciso di tornare,
di inondarci
dei primi raggi di solitudine,
che soverchiarono la passata notte
d’ un ardore di battaglia,
così vivido da diventare
graffio sulla pallida
facciata della luna.

Anche il tramonto
ha deciso di tornare,
di curare le ferite
di una nuova notte.

Ci irradia ancora di
nuova flebile luce rossastra,
richiude le ferite.

Ora non saremo più soli,
stagliati contro il sole,
bruciante di spade
avvelenate di occhiate.

La notte ci accoglie,
permette al corpo
di tornare latteo di vigore.

Ora siamo vivi,
la notte ci accoglie.

L’ultimo raggio decade,
è ora di tornare a casa,
è ora di lasciarci cullare
dall’invitante pallore lunare.

Ancora una volta
non saremo più soli.
Ancora una volta
la battaglia solare è
solo un bruciante graffio,
sulla  pallida facciata
della luna…

Storie di Città