SI TE GRATA QVIES ET PRIMAM SOMNVS IN HORAM DELECTAT,
SI TE PVLVIS STREPITVSQUE ROTARVM, SI LAEDIT CAVPONA,
FERENTINVM IRE IVBEBO;
NAM NEQVE DIVITIBVS CONTINGVNT GAVDIA SOLIS …
(Orazio – Epistularum Liber I, 17, vv. 6-9)
SI TE GRATA QVIES ET PRIMAM SOMNVS IN HORAM DELECTAT,
SI TE PVLVIS STREPITVSQUE ROTARVM, SI LAEDIT CAVPONA,
FERENTINVM IRE IVBEBO;
NAM NEQVE DIVITIBVS CONTINGVNT GAVDIA SOLIS …
(Orazio – Epistularum Liber I, 17, vv. 6-9)

La Cunciatòra

cunciatora

A Ferentino, come in tutti i paesi della Ciociaria, prima dell'impiego delle macchine agricole venivano usati dei mezzi azionati dall'uomo. Specialmente per la pulitura del grano, i piccoli proprietari terrieri che ne raccoglievano una modesta quantità, provvedevano personalmente a tale operazione usando un setaccio di piccole dimensioni “cruégli” o “pullìcci”. cunciatora

I grandi proprietari terrieri che, invece, facevano dei raccolti maggiori si servivano, dietro remunerazione, di una donna specializzata “la cunciatòra”.
Essa disponeva d'un setaccio del diametro di circa 2 metri, legato, ad altezza d'uomo, con corde ad un gancio posto al vertice di tre paletti messi a capra.La cunciatòra con abili movimenti lo faceva ruotare in modo che le piccole impurità cadevano a terra, le grandi “reste” e “càma” (ariste e paglia), si depositavano al centro di esso e, in seguito, venivano tolte a mano.

Maria Luisa Celani da “Arti e Mestieri di Ferentino di Ieri