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SI TE GRATA QVIES ET PRIMAM SOMNVS IN HORAM DELECTAT,
SI TE PVLVIS STREPITVSQUE ROTARVM, SI LAEDIT CAVPONA,
FERENTINVM IRE IVBEBO;
NAM NEQVE DIVITIBVS CONTINGVNT GAVDIA SOLIS …
(Orazio – Epistularum Liber I, 17, vv. 6-9)
SI TE GRATA QVIES ET PRIMAM SOMNVS IN HORAM DELECTAT,
SI TE PVLVIS STREPITVSQUE ROTARVM, SI LAEDIT CAVPONA,
FERENTINVM IRE IVBEBO;
NAM NEQVE DIVITIBVS CONTINGVNT GAVDIA SOLIS …
(Orazio – Epistularum Liber I, 17, vv. 6-9)

Luigi Morosini (1866-1954)

Nato a Ferentino nel 1866, frequentò la scuola tecnica della città; interessato alle arti figurative, si iscrisse all'Accademia delle Belle Arti a Roma, seguì il corso speciale per la conoscenza e lo studio degli stili architettonici greco, romano e rinascimentale; conseguì il diploma di professore di disegno architettonico e si iscrisse alla Scuola di applicazione per gli ingegneri di Roma e nel 1893 si laureò in ingegneria. Il Morosini svolse attività secondaria nei lavori di costruzione del Vittoriano insieme al cognato Giuseppe Sacconi e dopo la morte di quest'ultimo – avvenuta nel 1905 – ottenne di entrare come ingegnere civile al Ministero dei Lavori Pubblici. In quello stesso anno si dedicò ai lavori di restauro delle bifore romaniche di Palazzo Consolare emerse sulla facciata del Palazzo durante i lavori di demolizione della torre; lavori che terminò nel 1909. Rimasto poco tempo al Ministero dei Lavori Pubblici, fu richiesto dalla Direzione Generale delle Belle Arti che lo destinò in missione alla Soprintendenza dei Monumenti del Lazio, dove svolse la sua attività per circa dieci anni. Sotto la guida dell'archeologo Rodolfo Lanciani, Morosini ebbe l'incarico di dirigere i lavori per completare la sistemazione della zona monumentale di Roma, in particolare per l'isolamento delle Terme di Caracalla e del Colosseo. Nel ripristino e nella valorizzazione dei resti archeologici romani cercò di esaltarne la solennità monumentale, senza alcune volte considerare adeguatamente la ricchezza delle stratificazioni storiche, spesso indispensabili per una completa conoscenza dei monumenti. Nel 1906 il Consiglio Comunale di Ferentino affidò al Morosini il progetto per la costruzione dell'edificio scolastico per uso delle elementari maschili che si decise dovesse sorgere nel terreno adiacente la chiesa semidistrutta di San Lorenzo; la stessa costruzione avrebbe consentito di riutilizzare i muri ancora in piedi della chiesa medievale di San Lorenzo. Ma il progetto, approvato nel 1910, non fu mai realizzato per difficoltà economiche connesse all'esproprio del terreno. Dopo essere stato consigliere comunale a Ferentino dal 1907 al 1912, venne candidato per il mandamento della città per il rinnovo del Consiglio Provinciale di Roma e riuscì eletto a grande maggioranza. In questi anni ebbe l'incarico di Presidente della Giunta Generale del Consiglio ed ottenne la correzione del tronco stradale che collega Borgo Sant'Agata al Vascello, favorendo la sistemazione degli odierni Viali Alfonso Bartoli e Guglielmo Marconi. Ebbe poi l'incarico di progettare il nuovo altare per la chiesa di Santa Maria Maggiore e nel 1911 ne realizzò uno imponente in marmo con decorazioni musive di gusto cosmatesco recante gli stemmi del Papa Pio X (1903-1914)e del Vescovo dell'epoca – Mons. Domenico Bianconi (1897-1922). Tuttavia, nel 1979 la Soprintendenza ai Monumenti del Lazio ha fatto rimuovere l'altare in quanto inadeguato al linguaggio cistercense dell'edificio e l'attuale altare a mensa risale al 1984 realizzato con materiale di spoglio dell'opera di Morosini. Dietro incarico dell'Amministrazione Comunale, eseguì lavori di manutenzione e totale rinnovamento della pavimentazione in quadrucci di basalto delle Vie Consolari e Cavour.
Nel 1915 – dopo il disastroso terremoto – ricevette l'incarico di progettare tutti i lavori occorrenti a riparare e consolidare gli edifici pubblici di proprietà comunale danneggiati dal sisma. Nel 1922 ebbe l'incarico dal Comune l'incarico di progettare il Monumento ai Caduti della I Guerra Mondiale, da costruire al centro della Piazza Umberto I, la piazza principale della città. Morì nel 1954 realizzando anche la tomba di famiglia, ricalcando il progetto sacconiano della cappella espiatoria di Monza in memoria di Umberto I. La vita e le realizzazioni di Morosini testimoniano il suo interesse per l'antichità classica e le sue opere dimostrano un costante richiamo alla tradizione umanistica nel rispetto per le proporzioni armoniche e per le forme eleganti ed ornate in modo sempre sobrio. Pur essendo laureato in ingegneria, firmò la maggior parte delle sue opere con il titolo di architetto, anteponendo la sua naturale disposizione artistica a quella più propriamente tecnica.
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